FIGISC – Smartphone

QUOTAZIONI E PREZZI CARBURANTI: POLVERIZZATO OGNI RECORD (MA NON PER IL GREGGIO)

Quotazioni Platt’s Mediterraneo e prezzi nazionali medi praticati in Italia hanno in questi giorni infranto ogni precedente record dal 01.01.2000 a ieri.

Solo il greggio Brent non ha doppiato il picco raggiunto il 03.07.2008 con una chiusura giornata a 143,95 dollari/barile: la chiusura del 07.03.2022 infatti ha raggiunto “solo” quota 129,02.

Ma in euro/barile è improponibile tuttavia il confronto tra le due date: al picco del 2008, infatti, il cambio con il dollaro era a 1,5885, con un controvalore di 90,62 euro/barile, invece la quotazione del 07.03.2022 di 129,02 dollari con un cambio a 1,0895 ha un controvalore di 118,42 euro/barile (che è anche il picco della matrice delle quotazioni in euro dall’inizio del 2000 a ieri).

I minimi storici del periodo sono stati toccati in pieno periodo di pandemia il 21.04.2020 con 9,12 dollari/barile che corrispondevano, al tasso di cambio allora corrente, a 8,42 euro/barile.

La media di più di un ventennio si attesta a 64,10 dollari/barile ed a 51,67 euro/barile.

Diverso, invece, il ragionamento per quanto riguarda le quotazioni dei prodotti finiti sul Platt’s CIF Mediterraneo, per i quali i valori raggiunti in questi giorni costituiscono un record (almeno finora) assoluto: il 07.03.2022, infatti, si registra un valore di 0,858 euro/litro per la benzina e di 1,100 per il gasolio, picchi mai neppure lontanamente sfiorati in concomitanza con il picco del greggio dell’anno 2008 (quando i valori massimi, auspice sempre un cambio molto più favorevole, salirono rispettivamente fino a 0,576 ed a 0,725 euro/litro).

Nell’arco di più di un ventennio i valori minimi furono toccati con il picco di minima del greggio, in periodo pandemico, il 21.04.2020 con 0,102 euro/litro per la benzina ed il 27.04.2020 con 0,141 per il gasolio.

La media del periodo 01.01.2000-13.03.2022 è pari a 0,375 euro/litro per la benzina e 0,399 per il gasolio.

La questione dei prodotti finiti è legata a filo diretto con la crisi della raffinazione e la dipendenza dal mercato internazionale, come acutamente fa rilevare oggi Salvatore CAROLLO su STAFFETTA QUOTIDIANA: «Non c’è una relazione diretta e automatica fra prezzo del petrolio e prezzo della benzina. In mezzo c’è la struttura di raffinazione. Se questa struttura industriale è in grado di trasformare “tutto”il petrolio greggio in prodotti finiti con continuità e senza limitazioni, allora il rapporto di prezzo fra benzina e petrolio rimane costante nel tempo.Quando emergono strozzature nella capacità di raffinazione disponibile e quindi impossibilità di trasformare il petrolio greggio nei prodotti finiti richiesti dal mercato, si modifica l’offerta dei prodotti finiti sul mercato, spingendo in alto il loro prezzo a prescindere dal prezzo del greggio….In un quadro in cui le fonti fossili rappresentano il male assoluto, chi mai dovrebbe pensare di investire in impianti di raffinazione costosissimi attirandosi addosso l’odio dei verdi ed il biasimo della politica? Progressivamente, siamo arrivati al punto che il nostro paese, una volta netto esportatore di prodotti finiti di qualità verso i mercati del Nord Europa e degli Usa, oggi non ha più la capacità operativa di produrre tutti i prodotti finiti che servono al mercato nazionale. Alcune raffinerie continuano ad operare, ma spesso a marcia ridotta ed in condizioni di precarietà e di difficoltà economica.» 

«Di recente» spiega CAROLLO «raffinerie storiche sono state e saranno fermate o trasformate in impianti di bio-raffinerie. Chiariamo il concetto. Una raffineria in grado di trasformare 4 milioni di tonnellate/annodi petrolio greggio in benzine e gasolio, una volta trasformata in bio-raffineria, produrrà soltanto 400mila tonnellate/anno di gasolio. Da 4 milioni a 400 mila significa una perdita della capacità di produzione del 90%… In questo contesto, l’approvvigionamento dei prodotti finiti del paese è diventato sempre più dipendente dall’importazione dal mercato spot occasionale e spesso dal mercato nero. Questi mercati sono precari e sottoposti ad ogni forma di speculazione. Le nostre scelte (le non scelte alla fine diventano scelte nostro malgrado) di politica energetica ed industriale ci hanno portato ad avere un sistema di approvvigionamento dei prodotti finiti estremamente vulnerabile ed incerto.»

Per quanto attiene ai prezzi alla pompa di benzina e diesel, gli ultimissimi giorni segnano il picco più elevato dall’inizio del 2020 ad oggi con 2,225 euro/litro per la benzina e 2,218 per il gasolio (prezzi medi nazionali).

In tutto questo periodo la media dei prezzi si attesta a 1,422 euro/litro per la benzina ed a 1,290 per il gasolio: i prezzi attuali, pertanto, sono superiori al valore medio del 56 % per la benzina e del 72 % per il gasolio.

I prezzi minimi per la benzina sono stati rilevati dal 20 al 28.12.2001, a 0,976 euro/litro, quelli del gasolio dal 17 al 28.01.2002 a 0,823 euro/litro, valori rispetto ai quali i prezzi di oggi sono più alti del 128 % per la benzina e per il gasolio del 170 %.