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GESTORI SCRIVONO AL GARANTE SCIOPERI: NON C’E’ ALCUNA PROCLAMAZIONE

Comunicazione pec  anticipata via mail

Roma, 25 Marzo 2020 

Prof. Alessandro Bellavista 

Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali

Ministro del Lavoro

Ministro degli Interni

Presidente del Senato della Repubblica 

Presidente della Camera dei Deputati 

Presidente del Consiglio dei Ministri

LORO SEDI

Oggetto:Vostra trasmissione urgente del 24.3.2020 – sett: CRB – Pos. N. 583/20.

Egregio Professore,

le scriventi Federazioni intendono immediatamente chiarire di non aver mai in nessun modo organizzato, né proclamato l’iniziativa di sciopero che viene loro attribuita. Tantomeno è possibile attribuire loro una tale intenzione.

Ciò non solo perché – come largamente dimostrato in passato – conservano la massima deferenza per la normativa che regola l’astensione dal lavoro nei pubblici servizi essenziali e per codesta  Autorità che vigila sul suo rispetto, ma anche perchè le scriventi ed i loro associati hanno perfetta nozione del ruolo e della responsabilità che con abnegazione ed orgoglio hanno sempre esercitato e intendono con tutte le loro forze continuare ad esercitare, tanto più ed a maggior ragione in una contingenza tanto drammatica quanto lo è quella attuale.

E’ proprio per questo, perché lottiamo per rimanere aperti, non per chiudere, per continuare a garantire il servizio pubblico essenziale che caratterizza la nostra attività, che abbiamo dovuto necessariamente dare pubblico conto del pericolo concreto ed imminente costituito dalla prossima progressiva chiusura degli impianti.

Chiusura dovuta non certamente ad una azione di sciopero, ma semplicemente perché impossibilitati ad assicurare, da una parte, le condizioni minime prescritte dalla norma per evitare il possibile contagio e, per l’altro, per la ormai sopravvenuta assenza di liquidità necessaria a pagare i prossimi rifornimenti dei punti vendita di prodotti carburanti.

Nelle ultimissime giornate, infatti, si sono moltiplicate le segnalazioni dei nostri associati riguardo l’ormai prossimo esaurimento delle scorte di prodotti esitati presso gli impianti e la contemporanea difficoltà a reperire il denaro sufficiente a pagare i nuovi rifornimenti ai fornitori/compagnie petrolifere che si sono finora rifiutate di aderire ad ogni, ripetuta richiesta di considerare la temporanea sospensione dei pagamenti di detti rifornimenti, pur disponendo di garanzie fideiussorie più che adeguate.

Sospensione indispensabile, allo stato, per sostenere con nuova liquidità una attività di distribuzione carburanti che, naturalmente, nel frattempo, ha contratto le proprie vendite ben oltre l’80%, senza tuttavia nemmeno poter comprimere gli alti costi di esercizio.

Un’area di servizio autostradale (ma, con le dovute proporzioni, potremmo fare ragionamenti simili anche in viabilità ordinaria) in circostanze normali, distribuisce mediamente circa 15.000 litri al giorno, e, dovendo garantire il servizio ciascuno dei 365 giorni dell’anno, 24 ore su 24, ogni area di servizio deve impiegare almeno nove addetti (quando non di più). Ciò comporta inevitabilmente la necessità di dover attivare gli ammortizzatori sociali predisposti dal Governo per i lavoratori di imprese, ancorché un tanto sia di difficile applicazione ed accessibilità.

Attualmente le vendite si attestano ampiamente al di sotto dei 1.000 litri, il che si traduce – dovendosi comunque fare fronte agli alti costi fissi di esercizio necessari al mero funzionamento di strutture tanto complesse -, anche utilizzando il minimo di risorsa lavorativa indispensabile a mantenere l’erogazione, in una perdita giornaliera nell’ordine dei 1.000,00-1.500,00 euro.

A questo proposito, appare impossibile non rimarcare come le società concessionarie delle tratte autostradali – che pure, oltre ai pedaggi, continuano ad assicurarsi, anche nelle presenti condizioni drammatiche, assai consistenti royalties fisse (vale a dire indipendenti dai volumi di vendita) dalla distribuzione dei carburanti, come da ogni altro bene o servizio commercializzato – si siano rifiutate di valutare ogni, ripetuta richiesta di sostegno in questa situazione emergenziale.

D’altra parte, anche la Presidenza del Consiglio, oltreché i Ministri competenti, hanno sempre evitato di rispondere ad ogni, ripetuta richiesta relativa sia ad una opera di moral suasion nei confronti dei concessionari autostradali e delle compagnie petrolifere, sia ad assumere iniziative di sostegno per una categoria estromessa, al momento, fosse pure solo per distrazione, anche dai benefici recentemente introdotti per le attività produttive in crisi, come ad esempio l’accesso alla cassa integrazione in deroga. 

Con identica indifferenza sono state accolte da Governo, Ministeri competenti, concessionari autostradali e compagnie petrolifere tutte le ripetute, pressoché quotidiane, sollecitazioni a dotare i punti vendita dei necessari presidi medici (mascherine, guanti, disinfettanti per gli ambienti, ecc.) atti a rispondere alle prescrizioni di legge, volte a limitare ogni occasione di contagio e garantire la necessaria sicurezza per i lavoratori ed i cittadini che nei suddetti punti vendita vengono per rifornirsi.

Cosa spinga o, in altre parole, cosa autorizzi le Istituzioni ovvero le più importanti e potenti aziende di questo Paese a spogliarsi semplicemente delle proprie rispettive responsabilità, ad ignorare quanto di grave e pericoloso avviene sotto i loro occhi e grazie alla loro colpevole inerzia e a scaricare sulla parte finale e meno attrezzata della filiera tutto lo straordinario peso che, nelle attuali circostanze, è necessario sostenere per garantire un servizio strategico e tanto essenziale per il Paese, noi, in tutta onestà, non riusciamo proprio a comprenderlo. 

In ogni caso, alla luce di quanto sopra sinteticamente e per l’essenziale descritto, pur ritenendo di avere valide ragioni per sostenere una vibrata protesta, le scriventi Federazioni Le confermano di non avere mai proceduto a trasformare una tale protesta nella organizzazione di iniziative sindacali, né tantomeno alla proclamazione di uno sciopero della categoria.

Ciò non toglie che, così come è stato affermato nel comunicato congiunto di ieri, le nostre Federazioni hanno ragione di ritenere che i Gestori, da soli, in assenza di interventi immediati di sostegno, non sono più a lungo nelle condizioni di sopportare, sia sotto il profilo sanitario che sul piano economico, tutto l’onere necessario, nella presente drammatica congiuntura, ad assicurare la continuità e la regolarità del servizio essenziale di cui qui si parla.

Per questo, tenuto conto del silenzio, dell’indifferenza e dell’inerzia di Governo, Ministeri competenti, concessionari autostradali e compagnie petrolifere, non era più possibile tacere su quanto sia probabile, se non inevitabile, che accada.

Per quanto possa apparire sorprendente a molte delle nostre impassibili controparti, così come viene universalmente denunciato parlando in generale dei rischi di fallimento e chiusura di migliaia di piccole e medie imprese italiane, anche le microimprese che gestiscono la distribuzione dei carburanti rischiano progressivamente, a cominciare dalle aree autostradali, ormai a partire dalle prossime ore, di soccombere e, di conseguenza, chiudere, per fatto e colpa non certamente attribuibile a loro.

La mancanza di liquidità, come si comporterebbe qualsiasi virus, non fa distinzioni in funzione dell’essenzialità del servizio prestato dall’impresa che colpisce.

Quanto ad alcuni canali informativi che hanno preteso di trasformare, forse per quella non inconsueta ansia di semplificare messaggi complessi, l’allarme lanciato in una dichiarazione di sciopero, le scriventi Federazioni Le annunciano che, facendo immediatamente seguito, per rispetto a codesta Autorità, all’invio della presente comunicazione, diffonderanno un nuovo comunicato a favore della stampa, per precisare quanto sopra evidenziato.

Infine, pur avendo chiarito inequivocabilmente l’assenza di qualsiasi proclamazione di sciopero, con l’occasione e confidando nella sensibilità già in altre occasioni manifestata, le medesime scriventi rivolgono a codesta Autorità, per Suo tramite, la richiesta di valutare l’opportunità di svolgere l’azione di mediazione nei confronti del Governo – prevista dalla norma -, nell’interesse condiviso di salvaguardare la regolare erogazione del pubblico servizio.

Vivissime cordialità.

FAIB CONFESERCENTI, Il Presidente Martino LANDI

FEGICA CISL, Il Presidente Roberto DI VINCENZO

FIGISC/ANISA CONFCOMMERCIO, I Presidenti Bruno BEARZI e Massimo TERZI