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CONSUMI AUTOTRAZIONE, IL BILANCIO DEL LOCKDOWN

Gli effetti delle misure di contenimento della epidemia COVID-19, ossia del lockdown imposto al Paese dalla emergenza sanitaria, con il conseguente blocco della mobilità delle persone, delle attività di servizio e produttive non di prima necessità, hanno falcidiato i consumi di carburanti per autotrazione.

Con i dati dei consumi provvisori relativi al mese di maggio, pubblicati dal Ministero competente, si completa, infatti, il quadro del trimestre marzo-maggio contrassegnato dall’inizio delle misure di blocco (dalla seconda decade di marzo), dalla loro protrazione per l’intero mese di aprile, sino al graduale e progressivo allentamento nel mese di maggio.

Il bilancio per i principali prodotti per autotrazione (gasolio, benzina e gpl) segna per il periodo in oggetto (mesi da marzo a maggio) un rosso nell’ordine di 5,877 miliardi di litri complessivamente, di cui 1,780 mancati a marzo, 2,597 ad aprile e 1,500 a maggio: tale è infatti la diminuzione che si è riscontrata rispetto ai rispettivi consumi dei corrispondenti mesi del 2019.

Nello specifico, a marzo 2020 sul marzo 2019, i consumi di benzina sono diminuiti di 0,523 miliardi di litri, quelli di gasolio di 1,130 e quelli di gpl di 0,127; ad aprile 2020 su aprile 2019, i consumi di benzina sono diminuiti di 0,771 miliardi di litri, quelli di gasolio di 1,644 e quelli di gpl di 0,182; ed infine, a maggio 2020 su maggio 2019, i consumi di benzina sono diminuiti di 0,429 miliardi di litri, quelli di gasolio di 0,951 e quelli di gpl di 0,120. La somma delle perdite per singolo prodotto vale per la benzina 1,723 miliardi di litri, 3,725 miliardi di litri per il gasolio e 0,429 miliardi per il gpl, con un totale, come sopra riportato, di 5,877 miliardi di litri.

Corrispondentemente alla falcidia dei consumi, considerando i contenuti fiscali del prezzo di tali carburanti, sono venute a mancare entrate erariali per 4,414 miliardi di euro, corrispondenti all’ammontare dell’accisa e dell’IVA sull’accisa di ciascun prodotto per i mancati consumi dello stesso, senza neppure considerare l’IVA sul prezzo industriale, cioè su quella parte del prezzo che riguarda il costo della materia prima raffinata e dei costi e margini del sistema distributivo.