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FIGISC AD ENI: GESTORI AL DEFAULT, APRIRE NEGOZIAZIONE SUBITO

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 17 giugno, FIGISC ha inviato via mail ad ENI Refining & Marketing la seguente comunicazione datata 18 giugno 2020:

Oggetto:
APERTURA NEGOZIAZIONE ACCORDI DI COLORE

Con la presente, la scrivente Associazione di categoria, in rappresentanza degli aderenti gestori della rete a marchio ENI, inoltra alle S.S.L.L. formale richiesta di avvio della negoziazione per il rinnovo e l’adeguamento degli accordi normativi ed economici che regolano i rapporti tra le imprese di gestione e l’Azienda.
Come è ampiamente noto alle Parti, l’ultimo accordo organico, risalente al 19 dicembre 2014, con effetto dal 01.05.2015 e scadenza al 31.12.2016, risulta scaduto ormai da tre anni e cinque mesi interi, periodo in cui vi sono state significative trasformazioni del comparto, del mercato e degli stessi assetti proprietari sulla rete distributiva.
Da ultimo, sopravvenendo l’epidemia COVID-19, in data 20.03.2020 veniva stilato un accordo straordinario, limitato alle misure di intervento per la fase emergenziale e scadente al termine del 30.04.2020, successivamente prorogato al 31.05.2020 e spirato a tale termine ultimo.

È di tutta evidenza, pertanto, che, a fronte degli sviluppi intervenuti già negli anni di tempi “ordinari” dal 2015, a fronte di costi crescenti di sistema, della pressione competitiva interna alla rete di marchio petrolifera e soprattutto ad opera degli operatori indipendenti, della diffusione di ampie sacche di illegalità, degli stessi costi assunti in aderenza alle scelte di politica commerciale e di pricing del Marchio, la situazione delle gestioni è diventata progressivamente più critica, mettendo in situazione di rischio assoluto la tenuta economica delle stesse, senza un corrispondente o sufficiente adeguamento delle marginalità dirette ed indirette atte a garantirne la sostenibilità..
In tale contesto di progressiva fragilità, la crisi COVID-19, con la conseguente attuazione delle misure di contenimento (c.d. lockdown) dell’epidemia, la drastica limitazione della mobilità delle persone e delle attività di produzione e servizi, con conseguente caduta delle vendite, ha impresso una accelerazione verso il default, determinata, oltre che dalle criticità pregresse, dalla repentina interruzione del ciclo della liquidità di imprese non capitalizzate ed a linee di credito non ulteriormente dilatabili.
Di fatto, i gestori del Marchio – ma la considerazione è estensibile all’intero circuito della rete petrolifera – hanno operato negli ultimi quattro-cinque anni, per ragioni dettate dall’una o dall’altra criticità del settore (mancata ristrutturazione, diffusione dell’illegalità, ecc.) in un contesto di accordi di natura “solidaristica o, negli ultimi mesi, addirittura di natura “emergenziale, con una crescente ed inerziale – ossia senza sbocchi apparenti – precarizzazione delle condizioni economiche e normative: situazione chiaramente insostenibile e non più protraibile.
Né può sfuggire alla vigile attenzione dell’Azienda che una ulteriore protrazione dello stato di cose porterà inevitabilmente al fallimento delle gestioni, al progressivo abbandono degli impianti, con un pregiudizio alla competitività del Marchio e delle sue politiche commerciali che in questi anni gli hanno conferito, proprio in funzione della operatività del gestore, marginalità importanti, confermando altresì il mantenimento della leadership del mercato.
Parimenti, è evidente che lo stato di gravissima crisi delle gestioni, in assenza di una rinnovata e soddisfacente definizione, non potrà che sfociare in un progressivo dilagare di iniziative locali, autonome ed antagoniste, in un quadro generale di deterioramento della rappresentatività delle organizzazioni titolate alla negoziazione degli accordi e di conflittualità permanente.
La ripresa della negoziazione per la definizione di un nuovo accordo assume, pertanto, una valenza fondamentale ed indifferibile, e che l’Azienda intenderà convenire che in tale fase esiste un preciso ordine di priorità temporale, dettato dalla necessità anzitutto di impedire, nell’interesse comune, il default della categoria, che si declina:
1) da subito, in contenuti complessivi che siano in grado di riportare stabilmente valore alle imprese di gestione, mirando ad un risultato di giustificazione e sostenibilità economica delle stesse, ivi inclusa la definizione di partite dilazionate nella fase degli accordi emergenziali COVID;
2) in fase successiva, in una concertazione relativa ai temi generali del settore, quali, in primis, la reale razionalizzazione della rete, ivi incluso un ragionamento a tutto campo sugli istituti contrattuali improntato alla gradualità, pluralità di tipologie e sperimentalità, che consenta di affrontare la transizione del comparto entro un quadro meno precario dell’attuale.
Rinnovando, per le motivazioni più sopra esposte, l’invito alla apertura della fase di negoziazione, si rimane in attesa di sollecito e fattuale riscontro, mentre è gradita l’occasione per porgere distinti saluti

Il Presidente Nazionale FIGISC
Bruno BEARZI