IL GOVERNO RISPONDE A INTERROGAZIONE DI LUCA SQUERI SU IP-SOCAR
L’INTERROGAZIONE SQUERI
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02190 CAMERA
Camera dei Deputati
Legislatura 19
ATTO CAMERA Sindacato Ispettivo
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE: 3/02190
presentata da SQUERI LUCA il 18/09/2025 nella seduta numero 532
presentato da SQUERI Luca
testo di
Giovedì 18 settembre 2025, seduta n. 532
SQUERI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere
– premesso che:
nella giornata del 16 settembre 2025 il presidente della API Holding ha annunciato la sottoscrizione di un accordo preliminare con cui la holding si è impegnata a cedere la propria partecipazione azionaria in Italiana Petroli (Ip) alla State Oil Company of Azerbaijan Republic (Socar);
il comunicato parla di «opportunità di sviluppo, poiché l’ingresso nell’azionariato di un gruppo multinazionale permetterà alla società di rafforzare il proprio posizionamento su scala globale, consolidandone il ruolo di hub strategico nel Mediterraneo»;
per quanto riguarda la stima dell’affare si parla di circa 2,5 miliardi di euro per il pacchetto azionario e di 500 milioni di euro di liquidità;
si tratta di comprendere il perimetro delle attività cedute alla Socar, in quanto Api Holding è proprietaria di 4.600 punti vendita di carburanti, di impianti di raffinazione con una capacità complessiva di 10 milioni di tonnellate l’anno, una capacità di stoccaggio di 5 milioni di metri cubi di prodotti petroliferi e quasi 1.600 dipendenti, a cui si aggiungono 16.600 lavoratori dell’indotto della rete. È titolare inoltre di una rete di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici in via di sviluppo;
il comune di Falconara ha chiesto chiarimenti in quanto nella cessione sarebbe compresa la raffineria API presente nel suo territorio, senza che la proprietà abbia informato le autorità e i sindacati;
i sindacati dei gestori della distribuzione dei carburanti hanno espresso la propria preoccupazione per il passaggio di un asset importante del mondo della distribuzione dei carburanti ad un soggetto extraeuropeo senza alcuna esperienza della peculiarità e della complessità delle relazioni tra proprietari e gestori, che da anni si sviluppano in un contesto conflittuale;
i sindacati, memori di esperienze similari in passato, sostengono che da una proprietà totalmente estranea alle problematiche del settore, non ci si può aspettare che attenzione al ritorno finanziario, piuttosto che alle risorse umane e alla categoria dei gestori, con il rischio di accordi al ribasso, ridotta manutenzione della rete e accresciuti disservizi per l’utenza –:
se il Governo non ritenga opportuno attivare la procedura del golden power, così come avvenuto per la raffineria di Priolo, al file di tutelare non solo i posti di lavoro, ma anche le competenze tecnologiche e la sicurezza nel settore della distribuzione, in un settore strategico come quello della produzione e vendita dei prodotti energetici.
(3-02190)
LA RISPOSTA DEL GOVERNO
RISPOSTA
VALENTINO VALENTINI, Vice Ministro delle Imprese e del made in Italy.
Con riferimento all’interrogazione in oggetto, desidero segnalare che, sulla questione della raffineria di Falconara Marittima, il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è già intervenuto in sede parlamentare nella seduta del 12 novembre 2025, rispondendo all’interrogazione presentata dall’onorevole Zaratti. In tale occasione, è stato fornito un quadro puntuale in merito allo stato dell’arte dei procedimenti ambientali e amministrativi in corso.
Come è già stato ricordato, l’impianto di raffinazione è situato all’interno di un sito di interesse nazionale (SIN), perimetrato nel 2003, e nel tempo sono stati approvati vari progetti di messa in sicurezza operativa (MISO).
A seguito della comunicazione della procura della Repubblica di Ancona, relativa a un procedimento penale a carico dei vertici dell’azienda, il MASE ha tempestivamente avviato, nel gennaio del 2023, il procedimento di riesame dei decreti di approvazione dei progetti di messa in sicurezza operativa, imponendo già da allora all’azienda l’adozione di misure di emergenza.
Tali misure sono state reiterate anche a maggio del 2023, con la contestuale attivazione delle necessarie interlocuzioni con gli enti competenti. Sono state, quindi, convocate riunioni tecniche con il coinvolgimento della società e delle autorità locali, nelle quali la società si è resa disponibile a collaborare per integrare e migliorare la documentazione progettuale richiesta.
Attualmente, è in corso l’istruttoria tecnica presso il MASE, che prevede l’acquisizione dei contributi da parte degli organi competenti: ISPRA, ARPA, Istituto superiore della sanità, INAIL e aziende sanitarie territoriali, chiamati a valutare i profili ambientali e sanitari delle attività in essere e delle proposte di aggiornamento progettuale presentate dalle società.
Come già sottolineato nella risposta fornita dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ogni eventuale intervento di natura straordinaria, incluso il ricorso agli strumenti di salvaguardia previsti dalla normativa nazionale, potrà essere valutato solo nell’ambito di un quadro chiaro e compiuto sul piano ambientale. In particolare, sarà determinante l’esito delle attività di bonifica e di accertamento delle responsabilità ambientali, attualmente in corso.
LA REPLICA DI SQUERI
La risposta va ad approfondire un tema sicuramente importante, qual è appunto la condizione ambientale della raffineria di Falconara. Diciamo che noi, all’indomani, uno o due giorni dopo la notizia appresa di questo contratto preliminare di API, per la vendita della partecipazione IP alla Socar, ci siamo attivati come partito di maggioranza, però chiedendo al Governo di attenzionare questa operazione, come sempre si deve fare quando c’è una vendita di asset strategici per il Paese a Stati esteri.
Detto questo, devo dire che, in realtà, questa notizia – fatevelo dire da chi è abbastanza conoscitore di questo mondo dei carburanti, della filiera dei carburanti – è una notizia positiva, rispetto agli ultimi anni in cui abbiamo visto compagnie petrolifere straniere, come Esso, Shell e Total, uscire dall’Italia; poi, adesso la Shell, evviva, è rientrata, però non certo collocata nelle dimensioni di prima. Dunque, questa, devo dire, è una bella notizia, rispetto a una compagnia petrolifera strutturata, di proprietà di uno Stato con cui, tra l’altro, abbiamo ottimi rapporti diplomatici, per cui anche questo deve essere visto come un elemento di garanzia.
È certamente una notizia da prendere positivamente rispetto a situazioni che potrebbero invece riguardare una rete importante come quella di IP, che, ricordo, è la compagnia che ha più impianti rispetto a tutte le altre compagnie. Si parla di oltre 4.000 impianti distribuiti sul territorio, molti depositi logistici e 2 raffinerie, per cui stiamo parlando di una compagnia che, se rimane in mano a una realtà – come la Socar è – strutturata, certamente è un elemento positivo.
Detto questo, è chiaro però che lo Stato, quando avviene un tipo di cambio così importante per il sistema Paese, per la struttura sistemica del Paese, deve, io dico, accendere i riflettori, cioè far sì che l’operazione sia fatta avendo garanzia che tutti gli aspetti siano presi in considerazione e abbiano garanzie di continuità, in positivo, rispetto a quello che è stato fino adesso. La risposta si limita, dicevo, a quanto riguarda la raffineria di Falconara, ma ci sono altri aspetti, come i livelli occupazionali non solo dell’azienda IP-API, ma, piuttosto, io penso – fatemi dire – anche ai gestori, a questi 4.000 e oltre gestori che vedono una proprietà cambiare, una proprietà straniera.
Per cui, la massima attenzione affinché tutte le garanzie, che già la legge prevede, siano però mantenute e siano salvaguardate. Per non parlare poi dei discorsi di sicurezza energetica e di approvvigionamento. Noi ormai abbiamo già un sistema di raffinerie che è stato ceduto all’estero, pensiamo alla raffineria Saras in Sardegna. Per cui chiedo al Governo, cosa che vedo già sta facendo, di far sì che questo golden power nello svolgimento di questo percorso, certo non breve, che porterà poi alla conclusione della vendita, possa tenere conto di tutti gli aspetti.
I più importanti sono i livelli occupazionali e la sicurezza energetica nell’ottica della filiera. E l’IP-API è una compagnia petrolifera che ha una filiera completa, raffineria, depositi, logistica, distribuzione.
Il Governo deve far sì che abbia garanzie affinché questo aspetto strutturale possa garantire al sistema Paese di poter dare risposte ai milioni di automobilisti che giornalmente utilizzano quello che è il prodotto di questa filiera.

