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DAL 2002 AL 2014 RETE A MARCHIO – 11 MLD LITRI, RETE BIANCA +5

VENDITE: DAL 2002 AL 2014 LA RETE DI MARCHIO PERDE 11 ML LITRI, LA RETE BIANCA NE GUADAGNA 5 – CONSULTA E SCARICA LO STUDIO ALLEGATO IN PDF

Dal 2002 al 2014 [per quest’ultima annualità attraverso una serie di stime, trattandosi di esercizio in corso] si sono registrate imponenti modificazioni dei consumi dei principali carburanti per autotrazione – benzina e gasolio – e dell’assetto della rete in tutte le sue articolazioni di settore e di segmento. In sintesi, dal 2002 al 2014 si stima che i consumi complessivi dei due prodotti siano scesi da 47,4 a 39,9 miliardi di litri, con una perdita di 7,5 miliardi di litri e del 15,8 %; in questo quadro generale, il circuito dell’extrarete reale [quella parte, cioè, che non si riversa sulla rete] segnala vendite in calo da 10,5 a 9,1 miliardi di litri, con una flessione limitata a 1,4 miliardi di litri e 13,7 punti percentuali, mentre la rete reale [nella quale la presente relazione ha riversato anche quella parte di vendite dell’extrarete che senza alcun dubbio è attribuibile al circuito della rete bianca e non a quella della rete di marchio] ha perso 16,5 punti percentuali e 6,1 miliardi di litri [da 36,9 a 30,8]. Nel circuito della rete, con riferimento ai due settori della rete autostradale e di quella ordinaria, si registrano le modificazioni più rilevanti: dal 2002 al 2014 la rete autostradale è passata da 4,4 a 1,9 miliardi di litri, con una perdita pari al 57,5 % ed a 2,5 miliardi di litri e la sua quota di consumi sulla rete è passata dall’ 11,0 % al 6,0 %, la rete ordinaria ha avuto una flessione del 10,9 % e di 3,6 miliardi di litri, scendendo da 32,5 a 29,0 miliardi di litri. Infine, all’interno della rete ordinaria, la rete di marchio perde 8,8 miliardi di litri [più dell’intera perdita dei consumi in tutti i circuiti] e 28,6 punti percentuali, crollando da 30,8 a 22,0 miliardi di litri, mentre le proprie quote di vendite sulla rete ordinaria scendono dal 94,8 % al 76,0 %; la rete non di marchio guadagna 5,3 miliardi di litri, salendo da 1,7 a 7,0 miliardi di litri, e 75,6 punti percentuali, con una quota di vendita sulla rete ordinaria che passa dal 5,2 % al 24,0 %. La notevole durata dell’intervallo temporale 2002-2014 ha suggerito di sezionare il periodo di studio in tre distinte fasi in relazione a particolari situazioni connesse alla crisi economica: a) le annualità dal 2002 al 2008, periodo antecedente l’entrata nel ciclo della crisi economica, b) le annualità dal 2009 al 2011, periodo di ciclo di crisi economica anteriore all’aumento delle accise sui carburanti, che ha a sua volta penalizzato l’andamento dei consumi, c) annualità dal 2012 al 2014, periodo di perdurante ciclo di crisi economica e di elevatissimo prelievo fiscale sui carburanti. La terza fase, comprendente il triennio 2012-2014, è quella che ha maggiormente contribuito – in permanenza del ciclo della crisi economica e della concomitanza dell’elevatissimo carico fiscale sul prezzo dei carburanti – alla diminuzione dei consumi in generale, con una perdita in soli tre anni di oltre 11 punti percentuali sui complessivi 16 stimati per l’intero periodo 2002-2014; i consumi in extrarete hanno registrato un decremento di circa il 13 % [nell’intero periodo 2002-2014 la perdita sti-mata finora è del 14 % circa], quelli in rete una flessione di quasi l’ 11 % circa [nell’intero periodo 2002-2014 la perdita stimata finora è del 16-17 % circa]; all’interno dei consumi in rete, il settore autostradale ha segnato una perdita di un ulteriore 36 % sul complessivo -57-58 % stimato per l’intero periodo 2002-2014, quello della rete ordinaria è sceso di oltre 8 punti percentuali contro una perdita dell’ 11 % nell’intero periodo 2002-2014; all’interno della rete ordinaria il segmento di marchio ha perso oltre il 18 % dei volumi [e nell’intero periodo 2002-2014 la perdita stimata è pari al 28-29 %], ancora ad esclusivo vantaggio del segmento bianco, che guadagna altri 48 punti percentuali sui 309 stimati per l’intero periodo 2002-2014; per quanto attiene alla rete ordinaria bianca la terza fase ha accentuato lo sviluppo delle vendite di questo segmento, in diretta correlazione con la politica di prezzi sempre più concorrenziali con quelli della rete ordinaria di marchio – determinata dal noto gap dei prezzi di cessione tra rete ed extrarete «spurio» – in un periodo di prezzi elevati quasi integralmente a causa della anomala fiscalità nazionale sui carburanti. Le perdite dei consumi sono solo in parte minima compensate da una diffusione delle alimentazioni alternative: dal 2002 al 2014 i consumi di gpl aumentano solo di 0,473 miliardi di litri e la metanizzazione – anche se con ritmi di crescita notevoli [circa il 6,03 % annuo sul parco esistente] – non supera a fine 2013 l’1,73 % dell’intero parco circolante. Ciò che i numeri mettono in evidenza sono due unici fattori: l’oggettiva caduta dei consumi ed il travaso di ingenti quantitativi dalla rete pubblica di marchio a quella non di marchio. La questione si riassume in un banale bilancio di poche e facilmente comprensibili grandezze: le perdite complessive di consumi si stimano pari a 7,5 miliardi di litri, di cui in extrarete 1,4 miliardi di litri e sulla rete complessiva 6,1 miliardi di litri; sulla rete complessiva, rete di marchio e rete autostradale perdono complessivamente 11,3 miliardi di litri, la rete bianca guadagna 5,2 miliardi di litri, e così torna il conto della perdita di 6,1 miliardi di litri. Nella rete ordinaria, la quota di punti vendita della rete bianca sale dal 4,4 % al 12,9 % e, in forza di erogati medi che sono diventati più che doppi di quelli della rete di marchio, la quota delle vendite – come già rilevato – sale dal 5,2 % al 24,0 %, mentre la rete di marchio per la consistenza dei punti vendita scende dal 95,6 % all’ 87,1 % e per quote di vendita dal 94,8 % al 76,0 %. Di pari passo, gli erogati medi per impianto della rete bianca salgono da 1,744 a 2,397 milioni di litri [+37,4 %], quelli della rete di marchio da 1,443 a 1,125 milioni di litri [-22,1 %], mentre per la rete autostradale gli erogati medi per AdS crollano da 9,457 a 3,951 milioni di litri [-58,2 %]. Pur con l’avvertenza che si tratta di risultanze provvisorie che potranno avere nel prosieguo dell’anno marginali aggiustamenti in meglio od in peggio, si tratta di dati che fanno sommaria giustizia dei criteri tradizionali di valutazione delle dinamiche dei consumi ed in particolare di logori meccanismi di rilevazione, quali quelli di «rete» ed «extrarete» che non aiutano più affatto a comprendere l’evoluzione della situazione ed anzi, per certi versi, deformano e nascondono la verità oggettiva.

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