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PETROLIFERA ADRIATICA NON SI SMENTISCE: CONTINUERA’ A VIOLARE LE NORME DI SETTORE

Con il suo comunicato del 15 marzo Petrolifera Adriatica non si smentisce: continuerà a violare le leggi di settore, ad abusare della sua posizione dominante e ad affamare i gestori, dicendo cose non rispondenti alla realtà.

E’ quanto hanno scritto – senza reticenze – venerdì a mezzo stampa.

  • Contrabbandano per supposte condizioni migliorative offerte in sede negoziale quelle che sono semplicemente proposte economiche irricevibili, di puro sfruttamento, che per decenza evitiamo di rendere pubbliche.
  • Denunciano l’assenza di controproposte economiche che, per contro, sono state regolarmente inviate, con grande senso di responsabilità e di equilibrio.
  • Segnalano presunte contradizioni nella condotta sindacale rispetto agli impegni presi di fronte al MiSE: Faib Fegica e Figisc hanno sempre e solo affermato che tutti i subentranti alla Esso italiana dovevano – e debbono – applicare l’accordo vigente sino a nuova intesa;
  • A titolo di esempio, presso il Mise è regolarmente depositato l’accordo siglato il 17 luglio 2018 tra Faib Fegica e Figisc con EG, subentrata a Esso italiana;
  • Si autodenuncia di violazione del quadro normativo di settore dichiarando di procedere – nonostante le condanne del Tribunale di Roma e nell’inerzia del MiSE – alla contrattazione one-to-one.

Faib,  Fegica e  Figisc rilevano che anche nel comunicato, come in altre occasionI e, addirittura in sede giudiziale, Petrolifera Adriatica continua ampiamente a sviluppare a propria difesa la tesi di non avere le dimensioni economiche della ESSO, specificando di non essere dotata di sinergie come le più importanti compagnie petrolifere e di non possedere raffinerie né, tantomeno, pozzi petroliferi.

Tali affermazioni – alla luce dei comportamenti messi in atto – dimostrano chiaramente che Petrolifera Adriatica aveva perfettamente la coscienza di non avere i mezzi economici per poter continuare, una volta acquistati gli impianti Esso, ad applicare ai gestori le condizioni economiche di fornitura previste dall’Accordo del 16 luglio 2014, che si era, peraltro, obbligata ad applicare imponendo ai gestori degli impianti acquistati di continuare a approvvigionarsi esclusivamente di carburante Esso alle condizioni “ancillari” quali divise, carte fedeltà, ecc… – previste dal contratto di fornitura Esso a suo tempo stipulato col gestore.

Tali affermazioni dimostrano l’intenzione, sin dall’origine, da parte di Petrolifera Adriatica, di cogliere l’occasione per acquistare, sottraendoli ad altri più qualificati operatori economici del settore che hanno continuato ad applicare l’Accordo Esso nelle more del rinnovo, per poi sfruttare abusivamente la posizione di dipendenza economica dei gestori, imponendo loro di accettare condizioni di approvvigionamento di carburante peggiorative rispetto all’Accordo 2014, sino a ridurli al disotto del livello di sopravvivenza economica.

Infatti, consapevole delle difficoltà di ottenere una pronta applicazione giudiziale dell’Accordo, in ordine alla quale erano esperibili misure dilatorie volte a prolungare nel tempo la mancata applicazione dell’Accordo, Petrolifera Adriatica era cosciente di poter imporre ai gestori per lungo tempo, con proprio illecito arricchimento, condizioni dissimili e peggiorative rispetto all’Accordo Aziendale ESSO, lucrando così sulla differenza tra le condizioni da essa imposte con accordi bilaterali (vietati espressamente dalla legge) con i gestori.

Per quanto riguarda la trattativa, Petrolifera Adriatica, che lamenta la mancata attenzione delle Federazioni alle proposte effettuate, non dice, tuttavia, che tali proposte, sia pur variamente articolate, sono tutte peggiorative delle condizioni previste dall’Accordo del 2014, la cui contrattazione collettiva è stata posta dal legislatore proprio per tutelare i singoli gestori dall’imposizione bilaterale di condizioni peggiorative rispetto all’Accordo 2014, da imporre poi come condizioni di un futuro accordo collettivo.

Petrolifera Adriatica omette volutamente di dire – affermando anzi cose non rispondenti alla realtà – che Faib Fegica e Figisc hanno consegnato alla controparte nel corso dell’ultimo incontro un preliminare d’intesa finalizzato alla stipula dell’Accordo Economico – all’interno del quale operare – sul quale Petrolifera Adriatica si era riservata di fornire una risposta mai pervenuta. Bugia su bugia, dal momento che, in aggiunta, le tre Federazioni – anche in assenza di qualsiasi risposta di Petrolifera Adriatica, attesa per settimane – hanno anche  inviato ulteriori controproposte economiche e normative.

Da tutto ciò deriva senza più alcun dubbio che Petrolifera Adriatica sta perseguendo il doppio obiettivo di abuso di dipendenza economica nei confronti dei gestori, sia con la pressione del mancato rispetto dell’Accordo del 2014, nell’attesa del suo rinnovo, imponendo ai gestori condizioni di approvvigionamento in alcuni casi al di sotto del limite di sopravvivenza imprenditoriale e fisica, e, sia, tentando, con proposte variamente articolate e abbellite da obiettivi inconsistenti, di imporre un rinnovo di Accordo Aziendale a condizioni miserevoli per i gestori, pretendendo addirittura il benestare delle Associazioni dei gestori.

A ciò si aggiunge la politica di Petrolifera Adriatica volta ad imporre ai gestori prezzi più elevati di vendita al dettaglio che, da un lato riducono i volumi di vendita al pubblico dei singoli gestori e, dunque la redditività delle gestioni, e, dall’altro, arricchiscono ancor più indebitamente Petrolifera Adriatica con ulteriori illeciti margini sul fronte dell’approvvigionamento al dettaglio.

La natura illecita di tale ultimo comportamento, anch’essa sanzionata dall’articolo 9 L. 192/98, determina una specifica competenza, su tale fenomeno di sfruttamento complessivamente determinato nella mancata applicazione dell’Accordo e nell’incremento del prezzo al dettaglio, da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nei cui confronti le Federazioni sta predisponendo un ampio e documentato ricorso, per i danni derivati anche al consumatore finale.

In relazione a quanto sopra espresso, Faib, Fegica e Figisc invitano Petrolifera Adriatica ad applicare immediatamente l’Accordo del 2014, a riconoscere ai gestori le quote fisse e i differenziali, senza necessità di ricorrere alle azioni giudiziarie, ed a sottoscrivere un Accordo Nazionale finalmente rispettoso della dignità dei gestori carburanti.

Nel contempo, conclude il comunicato stampa  delle Associazioni rappresentative dei Gestori, le stesse inviteranno le gestioni a non sottoscrivere alcuna proposta economica-normativa che la Petrolifera Adriatica sottoporrà loro, pur comprendendo i rischi di sleali  pressioni su di loro esercitate dal fornitore in esclusiva.

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