FIGISC – Smartphone

CONCESSIONI AUTOSTRADA: GESTORI SCRIVONO AI MINISTRI

Comunicazione via PEC
anticipata via posta elettronica
Prot. n. 7/2022
Roma, 16 febbraio 2022

Prof. Enrico Giovannini
Ministro infrastrutture e mobilità sostenibili
On.le Giancarlo Giorgetti
Ministro sviluppo economico
Prof. Roberto Cingolani
Ministro transizione ecologica
e, p.c., Prof. Giuseppe Santoro-Passarelli
Presidente Commissione Garanzia Sciopero Servizi
pubblici Essenziali
Dott. Alberto Stancanelli
Capo Gabinetto MIMS
Dott. Paolo Visca
Capo Gabinetto MISE
Dott. Roberto Cerreto
Capo Gabinetto MITE

Oggetto: CONCESSIONI PUBBLICHE SERVIZI AREE AUTOSTRADALI. RINNOVO DECRETO
INTERMINISTERIALE MIT/MISE 7.8.2015. DELIBERA ART. 174/2021.

Illustri Ministri,
le scriventi Federazioni, che rappresentano le imprese di gestione dei servizi carbolubrificanti prestati presso le Aree di Servizio autostradali, manifestano la loro grande preoccupazione per gli sviluppi che hanno preso e ancor più rischiano di prendere le vicende collegate alle concessioni dei servizi presso le Aree autostradali suddette.
Prima di tutto, le scriventi non possono non sottolineare come, malgrado le numerosissime sollecitazioni sottoposte per anni agli Uffici di codesti Dicasteri – da ultimo quella datata 14.9.2021 – non è dato ancora sapere quale iniziativa sia stata assunta, se sia stata assunta, né quali siano gli intendimenti in ordine al rinnovo ed all’aggiornamento del
Decreto Interministeriale MIT/MISE del 7.8.2015, largamente scaduto. Ciò nonostante gli impegni assunti anche in sede di negoziazione intervenuta con i Ministri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture nella primavera del 2020.
Eppure, l’intervento di indirizzo politico – già da tempo – avrebbe dovuto costituire una priorità di cui, per responsabilità Istituzionale, rispondere alla collettività prima ancora che agli operatori economici, a cominciare da quelli qui rappresentati.

E’ appena il caso di accennare, infatti, prima di tutto alle drammatiche condizioni della rete, sia in termini strutturali che di volumi di vendita e standard qualitativi letteralmente in picchiata; poi alle ripercussioni della emergenza pandemica che si sono aggiunte alle condizioni già largamente critiche emergenti dalla riduzione dei volumi di traffico e di vendita e infine all’occasione – irripetibile – di agganciare l’indispensabile razionalizzazione e
ammodernamento della rete agli obiettivi di transazione ecologica che il Paese si pone.
In tutto questo, malgrado il DL n. 121/2021 abbia certificato nei fatti lo stato di emergenza che, decretando la proroga di due anni degli affidamenti dei servizi vigenti, ha così rimandando l’avvio delle procedure di tutte le gare ad evidenza pubblica per guadagnare il tempo necessario per riformare in profondità il Decreto Interministeriale del 2015, si deve ora assistere ad una immotivata accelerazione su basi che, oltre tutto, appaiono assolutamente avulse dal contesto reale nel quale si intenderebbe intervenire.
Una accelerazione che rischia di mettere una pietra tombale su ogni pur flebile speranza di riconquistare al settore quel minimo di quadro regolatorio complessivo tale da invertire una tendenza insopportabile: tanto per gli utenti/consumatori di un servizio pubblico essenziale a garantire la mobilità, reso nel contesto di un bene dello Stato dato in concessione, quanto per le imprese e i lavoratori che vi operano ormai da più di dieci anni in condizioni drammatiche.

Infatti, approfittando proprio del vuoto di indirizzo politico, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, per la prima volta a oltre dieci anni dalla emanazione della norma che le ha affidato il compito di individuare le linee guida per la realizzazione dei bandi di gara, dopo essere rimasta sorda ed afona a tutte le sollecitazioni, ha scelto proprio questo momento per sbrigare il proprio compito, attraverso la Delibera n. 174/2021 che, in un pugno di settimane, dovrebbe dispiegare effetti che appaiono in netta contraddizione con il quadro emergente dalla realtà dei fatti nota a tutti gli operatori del settore e finanche alle società concessionarie del servizio.

Non è certamente compito delle scriventi Federazioni disquisire in merito agli alvei di competenza, né è loro interesse illustrare ulteriormente in questa sede il motivato dissenso di merito di larga parte dei contenuti proposti pubblicamente da ART.
Tuttavia, appare del tutto evidente che, qualsiasi fosse il risultato della procedura avviata dall’Autorità, se tale procedura terminasse secondo i tempi previsti, con il prossimo 28 febbraio si metterebbe una seria ipoteca su qualsiasi indirizzo politico gli Uffici di codesti Dicasteri, per competenza, volessero concorrere a determinare.
Questione che, di per sé, già imporrebbe una Loro iniziativa spontanea, che comunque le scriventi chiedono con forza.
In tutti questi lunghi anni di crisi strutturale del settore e di colpevole inerzia degli Enti pubblici sia concedenti che incaricati della vigilanza, le scriventi Federazioni hanno comunque continuato a fare ostinatamente fiducia alla Pubblica Amministrazione nel suo complesso, appellandosi e sollecitando in ogni modo un intervento di riforma.
Un intervento in grado di ripristinare un quadro regolatorio certo, capace almeno di contenere il più sfrenato sfruttamento privatistico ventennale, arbitrario e discriminatorio, di cui è stato fatto oggetto un bene di proprietà pubblica che, “messo a (significativo) reddito dai concessionari” senza alcun controllo, lascia che allo Stato
rimangano le molte responsabilità e i notevoli costi necessari a sanare i danni causati.

Ne consegue che il primo passo da compiere sia quello di ricondurre tutta la filiera degli operatori dei carburanti che della ristorazione – dai Concessionari, ai Gestori, passando per i Subconcessionari – all’interno di un contesto disciplinato, prima di tutto, dalle priorità che devono essere assolte in regime di pubblico servizio essenziale.

E’ possibile che tutto questo possa – ma solo per pigrizia intellettuale o interesse di comodo – essere derubricato, nel migliore dei casi, a retorica o idealismo.
Di certo, ancora non si vede come non si possa nutrire la profonda convinzione che ci sia ben poco rispetto per la “cosa pubblica” in coloro che, con differenti ruoli, si affannano soprattutto in accese discussioni che hanno ad oggetto se il fornitore di hardware per ricariche elettriche debba essere monopolista o meno; se ci debba essere una terza gara per il servizio di ricarica elettrica e poi magari una quarta per il GNL, una quinta per l’idrogeno ed una sesta per il chiosco di gelati; se la terza gara debba avere due vincitori o infiniti e se uno dei due debba essere il vincitore della gara oil; se i servizi debbano ancora essere affidati al soggetto che si impegna a pagare di più il concessionario o a quello che si aggiudica la gara gratis dopo che la prima è andata deserta, così come è avvenuto non di rado in questi anni, nel silenzio complice di quanti avevano il diritto/dovere di vigilare.

In ogni caso e più prosaicamente, tenuto conto che migliaia di lavoratori, tra gestori e loro addetti sarebbero costretti a pagare loro un conto salato quanto ingiusto, dato dalla perdita delle loro attività e del loro reddito, le scriventi Federazioni annunciano lo stato di agitazione della categoria e anticipano fin da subito che, nel caso in cui alla
scadenza del 28 febbraio prossimo dovesse compiersi quanto sopra evocato e quindi emergere la sostanziale impossibilità/inutilità di imprimere un indirizzo politico e, di conseguenza, di riforma sostanziale al settore attraverso lo strumento proprio del Decreto Interministeriale, proclamerebbero senza ulteriore avviso ogni iniziativa
politico/sindacale di opposizione e di contrasto, ivi compresa la dichiarazione di un primo sciopero generale che, pur accuratamente all’interno del codice di autoregolamentazione decretato dalla Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Essenziali, che ci legge per opportuna conoscenza, utilizzerà ogni facoltà concessa dal suddetto codice.

Nella ostinata speranza di ottenere l’attenzione più volte sollecitata, si rimane in attesa
di un cortese cenno di riscontro.
Vivi ossequi.

FAIB AUTOSTRADE CONFESERCENTI

FEGICA CISL

ANISA CONFCOMMERCIO