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PREZZI CARBURANTI: NON C’E’ LIMITE AL PEGGIO DELLA DISINFORMAZIONE !

Fantozzi e la corazzata Potëmkin

Benzina a 2,700 euro/litro! Questa È la notizia di questi giorni, che rilancia il consueto armamentario di recriminazioni, 104 esposti ad altrettante Procure, titoloni sui giornali, invocazioni al taglio delle accise e protezione pubblica sul diritto alla mobilità delle ferie del Paese, ecc.

Con queste fesserie si attizzano gli incendi in questa strana terra dei fuochi che è il Belpaese.

Perciò consentiteci di prescindere da questo esercizio inutile e fuorviante, richiamando i dati veri: quelli dei prezzi del 16 agosto, prelevati dall’Osservatorio ministeriale.

Intanto va detto che parliamo in quel giorno di 14.637 prezzi per la benzina in servito, 14.611 per il gasolio in servito, 19.886 prezzi per la benzina in self e 19.872 per il gasolio in self, circa 69.000 prezzi in tutto. Un tanto premesso, quanti sono i prezzi attorno (diciamo pure da sopra i 2,600 in su) a 2,700 euro/litro? Sono in tutto 6 (SEI), ossia 1/11.501, uno ogni 11.501 impianti, e sopra i 2,700 euro/litro UNO SOLO su 69.006 prezzi in tutto!

La media nazionale dei prezzi del 16 agosto è:

  • benzina servito 2,075 euro/litro,
  • benzina self 1,944 euro/litro,
  • gasolio servito 1,974 euro/litro,
  • gasolio self 1,842 euro/litro.

I PREZZI DEL 16.08.2023 DATI DEL “PREZZO ALLE 8” – MINISTERO

 

Benzina servito

Benzina self Gasolio servito

Gasolio self

Prezzo

N.ro PV % N.ro PV % N.ro PV % N.ro PV

%

>2,7

0

0,00% 1 0,01% 0 0,00% 0

0,00%

>2,6-2,7

1

0,01% 0 0,00% 3 0,02% 1

0,01%

>2,5-2,6

5

0,03% 1 0,01% 1 0,01% 0

0,00%

>2,4-2,5

41

0,28% 2 0,01% 7 0,05% 0

0,00%

>2,3-2,4

317

2,17% 11 0,06% 102 0,70% 6

0,03%

>2,2-2,3

1.376

9,40% 21 0,11% 279 1,91% 13

0,07%

>2,1-2,2

5.438

37,15% 62 0,31% 1.363 9,33% 24

0,12%

>2,0-2,1

1.576

10,77% 461 2,32% 5.328 36,47% 55

0,28%

>1,9-2,0

4.953

33,84% 16.331 82,12% 1.823 12,48% 911

4,58%

>1,8-1,9

899 6,14% 2.916 14,66% 4.775 32,68% 15.738

79,20%

>1,7-1,8

18 0,12% 57 0,29% 845 5,78% 2.928

14,73%

>1,6-1,7

1

0,01% 7 0,04% 67 0,46% 167

0,84%

>1,5-1,6

0

0,00% 3 0,02% 6 0,04% 12

0,06%

>1,4-1,5

12

0,08% 13 0,07% 0 0,00% 3

0,02%

>1,3-1,4

0

0,00% 0 0,00% 2 0,01% 4

0,02%

>1,2-1,3

0

0,00% 0 0,00% 10 0,07% 10

0,05%

14.637

100,00% 19.886 100,00% 14.611 100,00% 19.872

100,00%

 

Rispetto alle sei eccezioni di cui sopra – se solo si guarda la tabella – si vedrà che per la benzina self 16.331 punti vendita su 19.886 (ossia l’82,12 % di tutti i prezzi comunicati) sono collocati nella classe di prezzo tra 1,900 e 2,000 euro/litro (ricordiamo che la media è 1,944) e per il gasolio self i punti vendita collocati tra 1,800 e 1,900 euro/litro (con una media di 1,842) sono 15.738 su 19.872, ossia il 79,20 %.

Ancora per i prodotti in self, i prezzi collocati sopra i 2,000 euro/litro sono 559 su 19.886, ossia il 2,81 %, per la benzina e 99 su 19.872 (ossia lo 0,50 %) per il gasolio.

Questi sono i numeri veri che attestano una realtà di livelli di prezzo – per quanto pesanti per carico fiscale e anche per l’incidenza dei mercati internazionali dei prodotti raffinati – decisamente assai lontana dai sensazionalismi sparati a titoli di scatola dalla stampa, similmente a quanto già accaduto ad inizio anno.

Abbiam già detto che il “cartello del prezzo medio” non ha virtù taumaturgiche per fare abbassare i prezzi, così come non ha poteri occulti per farli lievitare, almeno sul breve periodo: quel che accade sui prezzi, anche se nessuno lo vuol sapere, sta nell’incertezza internazionale sulla situazione della domanda, nei tagli OPEC+, nella capacità della raffinazione di corrispondere alla domanda dove e quando serve, ed altre amenità del genere: troppo complesso per le ubbìe complottiste sulle ferie agostane e la ricerca della speculazione next door.

Si ricomincia ovviamente a parlare di riduzione delle accise, operazione che sarebbe senza fastidi finanziata dal favoloso “sovragettito” dell’IVA a seguito dell’incremento del prezzo industriale.

Vediamone la magia: più IVA incassata = meno accisa, sempre che si voglia ragionare di copertura per compensazione, ovvio che, se si vuole ragionare di andare a perdita, ci si può accomodare a rovistare nelle pieghe asciutte, anzi secche, del bilancio.

Da luglio ad oggi l’incremento del prezzo industriale – che nel caso corrisponde all’incremento del Platt’s senza altri giri di concetti – è dato da un incremento del costo del raffinato di 0,094 euro/litro per la benzina (da 0,586 a 0,680 euro/litro) e 0,158 per il gasolio (da 0,563 a 0,721).

Tutto ciò ha gradatamente (non subito da un giorno all’altro) creato un sovragettito medio tra i due prodotti pari all’IVA sull’incremento delle quotazioni, ossia a 0,030 euro/litro.

Non ha neppure senso discutere di “quanti miliardi di litri” sono stati venduti e quindi di “quanti milioni/miliardi” di euro hanno prodotto di sovragettito, perché non serve a nulla. Parliamo di unità base di prodotto, 1 litro di benzina o gasolio: con quel che quel litro ha prodotto in più di IVA dovrei abbassare l’accisa di un altro litro.

Se il sovragettito IVA è stato di 0,030 euro/litro, il taglio dell’accisa sarà di 0,026 euro/litro (0,030 aggiungendoci l’IVA sull’accisa). Per quanto lo sconto? Per lo stesso periodo necessario per generare il sovragettito e non di più, perché non si fan nozze con fichi secchi, a meno che non si finanzi a debito.

Basterà un taglio di 0,030 euro/litro di accisa e relativa IVA a far scendere il prezzo della benzina che avrebbe toccato, secondo i tromboni della fanfara dei caciaroni, i 2,700 euro/litro?