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LA MEDIA PREZZI DEI PRIMI NOVE MESI 2023: CONFRONTO SU 2022 E 2021

Siamo abituati periodicamente – ovviamente solo nelle fasi crescenti dei prezzi dei carburanti – alle proiezioni delle varie associazioni dei consumatori che, partendo da una data x del calendario dalla quale si nota un aumento, sviluppano il conto di quanti euro “in un anno” (a venire) crescerà la spesa delle famiglie per l’acquisto del carburante. Ne abbiamo avuto ampi saggi nell’estate appena passata, con gli ovvi riferimenti alla speculazione, alle accise e, novità, al fallito supposto “ruolo calmieratore” del cartello dei prezzi medi.

Tuttavia, forse, l’impatto dei prezzi – soprattutto se caratterizzati dalle volatilità dei fondamentali del mercato internazionale – andrebbe valutato in una prospettiva temporale più ampia di quella che di solito si prende a riferimento (una settimana, un mese) per lanciare le “predizioni” dei consumatori.

Come primo step, prendiamo in considerazione i primi nove mesi 2023 (non ancora interamente compiuti) esaminando quanto occorso dal 1° gennaio (con il ripristino delle accise “piene”, ossia al valore antecedente alla riduzione del 22.03.2022) al 28 settembre.

In questo periodo, esaminando i dati puntuali, il prezzo della benzina self è cresciuto da 1,688 €/lt a 1,944, con una variazione di 0,306 €/lt pari ad un +18,10 %; quello del gasolio self da 1,751 €/lt a 1,935, con un incremento di 0,184 €/lt pari ad un +10,48 %.

Però, quando dal 1° gennaio le accise sono riaumentate, ci sono voluti quattro giorni prima che nel prezzo venisse integralmente incorporato l’aumento fiscale (+0,183 €/lt, accisa ed IVA sull’accisa) con una corrispondente decurtazione del ricavo industriale, per cui il dato più corretto dovrebbe decorrere dal 4 gennaio, e con questa precisazione i dati equilibrati sono i seguenti: il prezzo della benzina self va da 1,811 €/lt a 1,944, con una variazione di 0,133 €/lt pari ad un +7,34 %; quello del gasolio self da 1,872 €/lt a 1,935, con un incremento di 0,063 €/lt pari ad un +3,37 %. Tenuto conto del mix delle vendite tra i due prodotti (38 % benzina, 62 % gasolio), l’aumento medio è dunque di 0,090 €/lt., ossia di un +4,88 %)

Incremento delle accise a parte, fattori importanti ai fini del prezzo sono anche i fondamentali del mercato internazionale: dal 1° gennaio al 28 settembre, ad esempio, il tasso di cambio tra euro e dollaro è leggermente deprezzato, ma la quotazione del greggio è cresciuta da 77,65 €/barile a 90,50 (+16,55 %) e quella dei prodotti raffinati da 0,582 €/lt a 0,664 per la benzina (+0,082, +13,97 %, ma +0,100 €/lt. ivata) nonché da 0,739 €/lt a 0,804 per il gasolio (+0,065, +8,88 %, ma +0,079 €/lt ivata), in media tra i due prodotti +0,087 €/lt.

Si può notare che esiste una corrispondenza quasi puntuale tra le due grandezze considerate: le quotazioni medie dei raffinati sono cresciute di +0,087 €/lt, IVA compresa, i prezzi al consumo (che incorporano l’IVA) di +0,090.

Sempre nel primo step, consideriamo la media del periodo 1° gennaio-28 settembre 2023 sia dei prezzi che dei fattori che li determinano.

Il prezzo medio della benzina self del periodo è stato pari a 1,877 €/lt mentre quello del gasolio self pari a 1,789. Le quotazioni dei prodotti raffinati hanno marcato una media del periodo di 0,614 €/lt (881,41 $/tonnellata) per la benzina e di 0,644 €/lt (825,49 $/tonnellata) per il gasolio; quelle del greggio una media di 75,62 €/barile (81,90 $/barile); il tasso di cambio, infine, una media di 1,0834 dollari per un euro.

Possiamo ragionevolmente dire, conclusivamente, che il consumatore, nel periodo dal 1° gennaio al 28 settembre di quest’anno, ha mediamente speso per teorici 1.000 litri di benzina circa 1.877 euro, così suddivisi: 1.066 euro di imposte (56,79 %), 614 per il carburante vero e proprio (32,71 %) e 197 (10,50 %) per il sistema di distribuzione complessivamente inteso, oppure ha mediamente speso per teorici 1.000 litri di gasolio circa 1.789 euro, così suddivisi: 940 euro di imposte (52,54 %), 644 per il carburante vero e proprio (36,00 %) e 205 (11,46 %) per il sistema di distribuzione complessivamente inteso.

Come secondo step, prendiamo in considerazione quanto occorso nel periodo dal 1° gennaio al 28 settembre 2022.

Il prezzo medio della benzina self del periodo è stato pari a 1,869 €/lt mentre quello del gasolio self pari a 1,833. Le quotazioni dei prodotti raffinati hanno marcato una media del periodo di 0,747 €/lt (1.050,81 $/tonnellata) per la benzina e di 0,861 €/lt (1.079,26 $/tonnellata) per il gasolio; quelle del greggio una media di 98,97 €/barile (105,20 $/barile); il tasso di cambio, infine, una media di 1,0655 dollari per un euro. Sul piano del carico fiscale, l’accisa media del periodo è stata pari a 0,552 €/lt per la benzina ed a 0,441 per il gasolio.

Possiamo ragionevolmente dire, conclusivamente, che il consumatore, nel periodo dal 1° gennaio al 28 settembre del 2022, ha mediamente speso per teorici 1.000 litri di benzina circa 1.869 euro, così suddivisi: 889 euro di imposte (47,57 %), 747 per il carburante vero e proprio (39,97 %) e 233 (12,47 %) per il sistema di distribuzione complessivamente inteso, oppure ha mediamente speso per teorici 1.000 litri di gasolio circa 1.833 euro, così suddivisi: 772 euro di imposte (42,12 %), 861 per il carburante vero e proprio (46,97 %) e 200 (10,91 %) per il sistema di distribuzione complessivamente inteso.

Conclusivamente, l’ordine di spesa per la medesima quantità di prodotto tra il 2023 ed il 2022, almeno nei primi nove mesi, è circa il medesimo (con una differenza in più di 8 euro per la benzina e di 44 in meno per il gasolio); in questo ordine di spesa omogeneo, però, si sposta il peso tra le sue componenti: si è speso meno per il prodotto in sé e la sua distribuzione (da 980 a 811 euro per la benzina, da 961 a 849 euro per il gasolio), ma si è speso in più in imposte (da 889 a 1.066 euro per la benzina, da 772 a 940 euro per il gasolio).

Come terzo step, prendiamo in considerazione quanto occorso nel periodo dal 1° gennaio al 28 settembre 2021.

Il prezzo medio della benzina self del periodo è stato pari a 1,589 €/lt mentre quello del gasolio self pari a 1,451. Le quotazioni dei prodotti raffinati hanno marcato una media del periodo di 0,410 €/lt (648,88 $/tonnellata) per la benzina e di 0,392 €/lt (554,59 $/tonnellata) per il gasolio; quelle del greggio una media di 56,62 €/barile (67,68 $/barile); il tasso di cambio, infine, una media di 1,1965 dollari per un euro. Sul piano del carico fiscale, l’accisa media del periodo è stata pari a 0,728 €/lt per la benzina ed a 0,617 per il gasolio (la medesima media del 2023).

Possiamo ragionevolmente dire, conclusivamente, che il consumatore, nel periodo dal 1° gennaio al 28 settembre del 2021, ha mediamente speso per teorici 1.000 litri di benzina circa 1.589 euro, così suddivisi: 1.015 euro di imposte (63,88 %), 410 per il carburante vero e proprio (25,80 %) e 164 (10,32 %) per il sistema di distribuzione complessivamente inteso, oppure ha mediamente speso per teorici 1.000 litri di gasolio circa 1.451 euro, così suddivisi: 879 euro di imposte (60,58 %), 392 per il carburante vero e proprio (27,02 %) e 180 (12,41 %) per il sistema di distribuzione complessivamente inteso.

Conclusivamente, l’ordine di spesa per la medesima quantità di prodotto tra il 2023 ed il 2021, almeno nei primi nove mesi, è fortemente aumentato (con una differenza in più di 288 euro e di un +18,12 % per la benzina e di 338 e di un +23,29 % in più per il gasolio); in questo ordine di spesa si sposta anche il peso tra le sue componenti: si è speso molto di più per il prodotto in sé e la sua distribuzione (da 574 a 810 euro per la benzina, da 572 a 849 euro per il gasolio), ma si è speso in più in imposte piuttosto marginalmente (da 1.015 a 1.066 euro per la benzina, da 879 a 940 euro per il gasolio) e solo in conseguenza dell’aumento dei prodotti raffinati.

Dovrebbero essere note a tutti (ma non diamolo affatto per scontato) le ragioni che hanno causato l’aumento dei prezzi internazionali.

Facciamo un passo ancor più indietro nel tempo, al 2020, anno contrassegnato dalla fase più acuta della pandemia COVID-19 con il blocco mondiale della mobilità e della produzione: nel periodo 1° gennaio-28 settembre 2020, la quotazione media del greggio era di 36,51 €/barile (41,09 $, con un tasso euro/dollaro di 1,1237), quella dei prodotti raffinati di 0,260 €/lt (386,82 $/tonnellata) per la benzina, di 0,282 €/lt (374,97 $/tonnellata) per il gasolio, l’accisa in Italia era quella vigente al giorno d’oggi (0,72840 €/lt per la benzina e 0,61740 €/lt per il gasolio), infine, il prezzo medio per la benzina self era di 1,454 €/lt e di 1,340 per il gasolio self.

Il calo mondiale dei consumi teneva bassi i fondamentali e conseguentemente i prezzi alla pompa anche nel nostro Paese.

Tale fase, contrassegnata dalle incertezze sulla ripresa, durò fino alla fine dell’estate 2021, quando la riapertura delle economie produsse un aumento della domanda con il conseguente incremento graduale, ma costante dei fondamentali di mercato; situazione che mise sotto stress la raffinazione – già ormai dislocata in altre aree del mondo per effetto delle scelte green dell’Europa – e su cui si riversò l’ulteriore pesante variabile – tuttora aperta – dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 e le reazioni sanzionatorie dell’Occidente sulle forniture energetiche provenienti dal Paese invasore. Non bastando, in questa cornice si sono inserite varianti geopolitiche problematiche negli equilibri internazionali, incertezze rispetto alla locomotiva economica cinese e decisioni pesanti di taglio della produzione dei Paesi OPEC+.

Nel contesto complessivo, il ruolo della leva fiscale nazionale (peraltro azionata nel 2022 anche da altri Paesi comunitari) è stato nel 2022 di mitigare l’effetto della situazione internazionale sui prezzi locali con un taglio di 0,305 €/litro (accisa ivata) durato dal 22 marzo al 31 ottobre (poi ridotto dal 1° novembre e dal 1° dicembre).

Le accise italiane sono le più alte dell’Europa Comunitaria per il gasolio e seconde solo all’Olanda per la benzina (rispettivamente, 0,78910 €/litro e 0,72840) ed il loro contributo all’erario, pertanto, è particolarmente significativo: stante la fragilità del bilancio pubblico, appare assai problematico che, se si dovesse ripresentare uno shock dei fondamentali dell’entità di quello del 2022, ridiventi di nuovo praticabile un intervento della portata messa in atto lo scorso anno o anche inferiore, ma in ogni caso tale di incidere così significativamente sul prezzo che paga il consumatore.

Quanto all’extra gettito IVA maturato nel 2023, ove esso venga calcolato sull’effettivo incremento medio dei prezzi (+0,090 €/lt nel mix dei prodotti), a prescindere dai milioni di € accumulati nei nove mesi, l’incremento del prezzo per litro e della relativa IVA ci dice anche di quanto potremmo ridurre l’accisa senza determinare scoperture, ossia non più di 0,015 €/lt.; ma se si volesse, invece, sostenere (a torto o a ragione, al di là delle opportunità contabili) che anche l’IVA sull’aumento dell’accisa dall’01.01.2023 è stata incamerata come sovra gettito, vi sarebbero a disposizione ulteriori 0,030 €/lt.: anche in questo caso siamo lontani dalla misura di riduzione del Governo Draghi.