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CI RISIAMO CON LE “SPECULAZIONI”: E QUALCUNO CI VA DIETRO

Cosa è successo con il riallineamento delle accise?

In sintesi questo: dal 14/05 al 19/05 il costo del prodotto raffinato per la benzina è cresciuto do +0,004 (con IVA) €/lt, l’accisa è diminuita di -0,018 (con IVA) €/lt, il prezzo finale è salito di ben +0,001 €/lt al servito, è rimasto uguale al self; morale: il prezzo avrebbe dovuto scendere nel primo caso di -0,015 €/lt, nel secondo di -0,014 (+0,725 € per un pieno di 50 litri); il costo del prodotto raffinato per il gasolio è cresciuto di +0,012 (sempre con IVA) €/lt, la sua accisa è salita di +0,018 €/lt (la somma fa +0,030), il prezzo finale è salito di +0,017 sia al servito che al self; morale: il prezzo avrebbe dovuto essere superiore a quello praticato di +0,014 €/lt (ossia è costato di meno per -0,675 € per un pieno di 50 litri). Tra il “pagato in più” e il “pagato in meno”, il saldo per un pieno di 50 litri è pari alla astronomica cifra di +5 (cinque) centesimi!

Tanto basta per scatenare i soliti noti, che, al solito, con comunicato del 19 maggio, hanno deciso “di ricorrere alla magistratura, e stanno preparando un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché aprano indagini sul territorio alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata e aggiotaggio.

Il 20 maggio sera, la Guardia di Finanza diffonde il seguente comunicato:

«Al via il dispositivo di contrasto agli illeciti, in concomitanza con il recente “riallineamento accise”. Nell’ultimo biennio contestate circa 10.000 violazioni.

Il decreto interministeriale entrato in vigore lo scorso 15 maggio ha disposto il “riallineamento delle accise”, prevedendo, in particolare, la riduzione dell’aliquota applicata alla benzina di 1,50 centesimi di euro per litro, e il contestuale aumento, per lo stesso importo, dell’accisa relativa al gasolio impiegato come carburante.

La Guardia di finanza, per arginare le condotte illecite lesive della leale concorrenza, ha avviato un piano su scala nazionale, finalizzato a verificare il rispetto delle previsioni normative recentemente implementate, con il coinvolgimento degli oltre 660 Reparti operativi del Corpo e il costante supporto dei Reparti Speciali.

Sulla base delle disposizioni impartite dal Comando Generale, i Reparti territoriali dovranno rilevare gli elementi sintomatici di manovre distorsive della corretta dinamica di formazione dei prezzi, sviluppando, conseguentemente, attività volte a risalire la filiera commerciale, con l’individuazione di eventuali spregiudicati speculatori.

I controlli della Guardia di finanza – fondati su analisi di rischio elaborate a livello centrale – hanno anche un altro obiettivo: accertare che gli operatori “pubblicizzino” e “comunichino” il prezzo praticato secondo gli obblighi normativi vigenti, volti a favorire la trasparenza del mercato e la corretta informazione del consumatore.

L’azione del Corpo è, in ogni caso, trasversale, riguardando anche l’assolvimento degli obblighi fiscali, il regolare funzionamento dei sistemi di erogazione e la qualità del prodotto venduto.

Nel biennio 2023-2024, sono stati eseguiti oltre 20.000 interventi. Contestate, a vario titolo, anche più volte nei confronti dei soggetti recidivi, 9.728 violazioni, di cui 2.416 per mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati e 7.312 relative all’omessa comunicazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Nel gran calderone, di tutto un po’: 660 Reparti e Reparti speciali (che forse avrebbero di meglio e di più utile da fare per l’Erario e le pubbliche finanze) per verificare il rispetto delle previsioni normative sulle accise, ma anche per individuare, “risalendo la filiera”, dinamiche illegali, frodi, contrabbando, ecc., e, infine, per la strategica pubblicità e comunicazione dei prezzi.

Diciamo la verità, ossia che al di là del pretesto delle accise (su cui, se si vuole, c’è quella gran “pistola fumante” dei 5 centesimi in più su un pieno di 50 litri, una prova veramente stravolgente!), la vera finalità è sia l’ennesima caccia alle streghe sull’obbligo dei prezzi, o, più in concreto, caccia alle sanzioni, alla proliferazione di verbali, sia un reiterato esercizio muscolare di stressare sui piazzali non già speculatori, frodaioli, evasori e contrabbandieri, ma una ben più mansueta miriade  di gestori, guardiani, appaltatori di servizi che sputano pallini per quadrare pranzo e cena e che, di loro, non decidono certo la quotazione del petrolio e neppure quella dei prodotti raffinati, non decidono il margine né, sembra incredibile!, il prezzo alla pompa.

Ma è proprio da questi ultimi che vanno i 660 Reparti ed i Reparti speciali.

Naturalmente, non può mancare il riferimento ai risultati: in un biennio 10.000 violazioni.

Ossia (10.000 diviso 730 giorni) 13,7 al giorno, ossia lo 0,06 % di quanti impianti sono in esercizio ogni giorno (circa 23.900), tanto per valutare la “vastità” delle irregolarità…

Aspettarsi che il prezzo cali (e nella stessa misura) perché sono calate le accise (e vale altresì l’inverso) è semplicistico dal momento che sul prezzo interferiscono sempre ed ogni giorno altre dinamiche che sono state già citate (la quotazione dei prodotti raffinati e la rimodulazione correlata dei margini industriali). Del resto, siamo abituati che se oggi alle 12:00 cala il greggio sui mercati internazionali, qualcuno chiederà conto come mai alle 16:00 non è calato ancora il prezzo in Italia e, probabilmente, manderà un esposto a 104 Procure, come queste non fossero intasate da ben altre rilevanze.

Quando Draghi diminuì le accise di 0,250 (0,305 con IVA) €/lt, ci vollero da sei a sette giorni di tempo per riallineare un po’ i prezzi: speculazione? No, semplicemente i raffinati stavano nello stesso tempo aumentando di +0,065 €/lt per la benzina e +0,133 per il gasolio.

Ecco, è proprio questo circo che risulta assolutamente incomprensibile: qualcuno strilla perché teme che gli stia scuocendo la pasta perché qualche speculatore ha manomesso il timer e subito si muove la Gran Macchina dello Stato. Assurdità.