FIGISC: NON VI SONO SPECULAZIONI SUI PREZZI. SOPRATTUTTO NON SI VADANO A CERCARE, COME SEMPRE, DAI GESTORI!
COMUNICATO STAMPA FIGISC-ANISA CONFCOMMERCIO
Non bastano i numerosi eventi di natura geopolitica, bellica o altro, accaduti negli anni a far capire non tanto ai consumatori (a nessuno piace pagare di più qualsiasi cosa), quanto a chi li rappresenta e, purtroppo, anche ai vari governi – preoccupati dei riflessi mediatici innescati da notizie tendenziose e allarmistiche – come funziona il mercato internazionale dal greggio e fino al mercato locale, ai prezzi finali alla pompa.
I prezzi internazionali del greggio e le ricadute su quelli dei raffinati – a seguito di eventi di forte perturbazione economica o geopolitica che ne esaltano la volatilità – non sono neppure alla portata correttiva dei governi nazionali e neppure di quelli sovranazionali, come l’Unione Europea. Prova ne sia la repentina discesa ieri pomeriggio del greggio e il crollo notturno delle quotazioni del gasolio a seguito dell’annuncio del cessate il fuoco tra Israele e Iran, tendenza che, se si confermerà, potrà avere un riflesso sui prezzi finali solo tra qualche giorno.
E quanto, infine, ai prezzi finali, questi sono stati liberalizzati ben trent’anni fa.
Ciò che sta accadendo per l’infiammarsi della crisi del Medioriente è rappresentabile in pochi dati: dal 12 giugno, ossia il giorno prima dei bombardamenti sulle installazioni nucleari, le cose fondamentali da sapere sono queste:
- la quotazione del greggio Brent è aumentata da 59,82 €/barile a 66,88 (+7,05), scesa a 62,31 nella serata di ieri,
- la quotazione del raffinato benzina Mediterraneo è aumentata da 0,473 €/litro a 0,514 (+ 0,041, che ivati diventano +0,050),
- la quotazione del raffinato gasolio Mediterraneo è aumentata da 0,484 €/litro a 0,564 (+0,080, che ivati diventano +0,098) nonostante i ribassi di venerdì scorso e dopo avere toccato quota 0,608 senza IVA,
- il prezzo della benzina self (dato MIMIT medio nazionale) è aumentato da 1,697 €/lt a 1,748 (+0,051),
- il prezzo del gasolio self (dato MIMIT medio nazionale) è aumentato da 1,596 €/lt a 1,671 (+0,075);
come si può vedere, l’aumento alla pompa è stato lineare con l’aumento delle quotazioni dei raffinati solo per la benzina, mentre il gasolio, l’aumento alla pompa è ancora inferiore alla crescita della quotazione di tale prodotto (dai due ai tre centesimi, ma venerdì era inferiore di ben 10 centesimi!).
Ci domandiamo dove stia la strombazzata speculazione!
A determinare i prezzi finali sono – come dovrebbe essere noto alle autorità competenti e come certifica altresì AGCM (nero su bianco nell’indagine condotta sulla filiera dei prezzi nel 2023) – le quotazioni dei prodotti finiti o raffinati che dir si voglia, non le generiche quotazioni del greggio.
E se si dovesse sostenere che il petrolio “è stato comprato mesi fa”, ebbene la quotazione del greggio di tre mesi fa (in funzione delle riserve d’obbligo) era in €/barile molto simile a quella del 22 giugno: 66,65 contro 66,88 e la ragione è che nel frattempo il tasso di cambio euro/dollaro si è di molto apprezzato (+6,5 %). Certi confronti vanno fatti con cognizione di causa e non sparati a caso con finalità tendenziose.
Confidando che i Ministri competenti non prendano per oro colato le notizie sensazionalistiche e le tesi complottistiche (si pensi a quanto accaduto all’inizio del 2023 con il ripristino dell’accisa piena dopo il taglio di Draghi e alla nota vicenda del cartello del prezzo medio), grave sarebbe che si reagisca con la solita campagna della ricerca delle “speculazioni”, battendo a tappeto per l’ennesima volta i distributori e stressando gestori che non fissano alcuna quotazione né di greggi, né di raffinati, né determinano i prezzi finali che sono loro imposti dalle aziende che li riforniscono.
Di fronte a tali complessità chiunque pensa di scatenare organi di controllo sui piazzali alla caccia di complottistiche speculazioni rende un pessimo servizio alla comprensione dei fatti, non fa un favore reale ai consumatori e, infine, opprime – è il termine corretto – del tutto inutilmente e con danno la categoria più debole della filiera, del tutto estranea all’accesso a qualunque meccanismo di prezzo.