FIGISC – Smartphone

AUTOSTRADE: SENZA INTERVENTI SI CHIUDONO GLI IMPIANTI

Comunicazione pec Anticipata via mail Prot. 50/PEC/2020

Roma, 23 marzo 2020 

Avv. Giuseppe Conte Presidente Consiglio Ministri

On.le Paola De Micheli Ministro Infrastrutture e Trasporti

On.le Stefano Patuanelli Ministro dello Sviluppo Economico

Dott.ssa Luciana Lamorgese Ministro dell’Interno

On.le Francesco Boccia Ministro per Affari Regionali e Autonomie

Dott. Stefano Bonaccini Presidente Conferenza Regioni

On.le Manuela Bora Coordinatrice XI Commissione Attività Produttive Conferenza Regioni

Dott. Pietro Talarico Coord. Regioni distribuzione Carburanti

Dott. Angelo Borrelli Capo Dipartimento Protezione Civile

Dott. Fabrizio Palenzona Presidente AISCAT

Dott. Massimo Simonini Amministratore Delegato ANAS Spa

e, p.c.:

Ing. Claudio Spinaci Presidente Unione Petrolifera

Dott. Daniela Bandiera Amministratore Delegato Italiana Petroli

LORO SEDI 

Oggetto: Impossibilità di garantire – per causa di forza maggiore – il pubblico servizio di rifornimento carburanti lungo la rete autostradale. Effetti Covid-19.

Egregio Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Signore Ministre, Egregi Presidenti,

le scriventi Federazioni – che rappresentano i Gestori degli impianti autostradali di distribuzione carburanti – già con precedenti comunicazioni (l’ultima delle quali inviata in data 18.03.2020), hanno rappresentato alle SS.LL. l’estrema difficoltà, per la Categoria, di garantire il pubblico servizio di distribuzione carburanti lungo la rete autostradale, stante il totale disimpegno dei sub-concessionari, affidatari del servizio, e delle società Concessionarie.

Le scriventi, oltre a segnalare la mancanza di ogni presidio atto a contrastare la diffusione del contagio (con rischi preoccupanti per i Gestori, gli addetti e clientela che per necessità inderogabili percorre l’autostrada) in evidente inadempimento delle norme introdotte per l’emergenza, sottolineano che i Gestori si trovano nella condizione – nella loro situazione di micro imprese – di dover presidiare – 24 ore su 24 – un sedime lungo il quale il traffico è sostanzialmente azzerato.

Pur in tale situazione, i costi di mantenimento dell’attuale ininterrotta turnazione, ricadono tutti interi sulla Categoria che non ha più la possibilità di farvi fronte: le recenti misure adottate – di fatto inapplicabili fino alla regolamentazione regionale e dell’Inps in ordine alla Cassa integrazione straordinaria – che pure, quando saranno fruibili, potrebbero alleviare la situazione, si scontrano con la resistenza passiva delle Concessionarie e delle sub-concessionarie che pretendono il mantenimento, con addetti in presenza sull’impianto, dell’apertura delle Aree di Servizio ininterrottamente nelle 24 ore, con tutti gli oneri a carico delle gestioni.

Attualmente le attività di distribuzione carburanti, in questo segmento della viabilità, a seguito dei provvedimenti assunti dal Governo stanno perdendo intorno all’80% dei volumi normalmente erogati nel medesimo periodo degli anni precedenti: ciò, però, non può implicare che una Categoria, da sola, regga l’impatto di una situazione così gravosa ed ai limiti della insostenibilità, tanto sotto l’aspetto sanitario quanto sotto quello economico-finanziario.

Perdurando questa situazione le micro imprese che gestiscono gli impianti – senza che intervengano provvedimenti ad hoc, finalizzati ad un effettivo sostegno – saranno, progressivamente destinate alla chiusura e condannate al default economico, schiacciate da oneri gestionali (oneri del personale, spese generali, illuminazione, rifiuti urbani e speciali, ecc.) che, alla luce del fatturato non sono più sopportabili (a differenza di quanto sta accadendo per attività obbligate all’apertura quali supermercati e farmacie).

Inoltre, a titolo di esempio, con una pervicacia degna di altra causa, anche i provvedimenti fiscali assunti recentemente dal Governo circa lo slittamento del pagamento Iva e contributi previdenziali, sembra aver escluso la nostra Categoria per il “solito” vizio di forma.

Infatti, mentre da una parte la definizione di volume di affari (nel caso di specie 2 milioni di euro) viene assunta considerando il fatturato al netto del prezzo riconosciuto al fornitore (oltre il 60% del prezzo è costituito da imposte), in sede di applicazione si evita di citare la norma che definisce questa casistica (art. 18 c. 10 Dpr 600/73) provocando, con tale atteggiamento, l’inapplicabilità della norma ed aumento dei contenziosi amministrativi, come non abbiamo mancato di far rilevare. 

A fronte di questa condizione di “manifesta sofferenza” le compagnie “affidatarie del servizio” hanno girato la testa dall’altra parte e le società Concessionarie hanno mantenuto il più colpevole dei silenzi.

Si comunica con estrema chiarezza che, perdurando questa situazione, i Gestori delle Aree di Servizio autostradali non potranno continuare a garantire, come hanno fatto fino ad ora, la regolarità del servizio e l’offerta lungo tutte le 24 ore. Il servizio potrà essere garantito, solo a condizione che sub-concessionari (affidatari) e concessionarie, intendano assumere, a proprio carico, gli oneri di sistema discendenti dal mantenimento della regolarità delle prestazioni.

Le stesse società Concessionarie, invece, impediscono finanche riduzioni marginali del servizio: eppure l’assunzione del pubblico servizio assoggettato a concessione non può essere assunto da un soggetto che non è nelle condizioni di garantire il suo regolare svolgimento. E gli “assuntori” del pubblico servizio non possono essere esclusivamente i Gestori, ultimo anello della catena.

Inoltre, considerando che le rete autostradale è la più ridondante d’Europa, sarebbe utile come intervento tampone ed in attesa degli interventi straordinari di mantenimento del servizio da parte di Concessionari ed Affidatari), che le Regioni – come normalmente fanno quando i Gestori degli impianti proclamano la chiusura delle loro attività nel corso dei contenziosi con i sub-concessionari (Affidatari) – stabiliscano l’obbligo di una turnazione di chiusura settimanale al 50% della rete per provare a mettere almeno parzialmente, temporaneamente e gradatamente in sicurezza le gestioni.

E in riferimento al capitolo “sicurezza” si denuncia che le concessionarie e le sub-concessionarie (affidatarie) dopo aver negato i “presìdi” sanitari, non hanno previsto, fino ad oggi, alcun intervento, in caso di contagio o positività del Gestore o dei suoi addetti che dovesse comportare la chiusura e/o la messa in quarantena dell’attività. Un vero disastro umano oltreché organizzativo ed un irreparabile danno economico per le nostre attività, del quale Concessionari ed Affidatari dovranno assumersi, per intero, la loro responsabilità. 

È quella della Categoria, una lotta contro il tempo: in assenza di interventi seri e concreti – e non di meri palliativi -, i Gestori dichiarano che a partire dal 25-26 Marzo, saranno costretti a chiudere – a tempo indeterminato e, comunque, fino alla ripresa dell’attività regolare – gli impianti lungo le autostrade per tutelare la salute propria e dei propri addetti ed a mettere in atto tutte le iniziative che impediscano il fallimento delle loro micro imprese.

Infine le scriventi tornano a sollecitare il Governo, i Ministri interessati e le Regioni affinché azzerino il pagamento delle royalties sulle subconcessioni, considerando che già il fruitore del nastro autostradale paga un pedaggio che, dovrebbe prevedere, non solo l’accesso alla percorrenza, ma anche l’accesso, a normali condizioni di mercato, a tutti i servizi necessari a renderla possibile: se, oltre il pedaggio, i Concessionari incassano (pesanti) royalties sui servizi, significa che il cittadino – ingiustamente – paga due volte.

Le scriventi restano a disposizione per ogni ulteriore approfondimento o chiarimento le SS.LL. dovessero ritenere indispensabile alla messa a punto dei provvedimenti e delle azioni richiesti.

Distinti saluti.

FAIB AUTOSTRADE CONFESERCENTI

Il Presidente Antonino LUCCHESI

FEGICA CISL

Il Presidente Roberto DI VINCENZO

ANISA CONFCOMMERCIO

Il Presidente Massimo TERZI