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CARBURANTI: INTERROGAZIONE SQUERI ED ALTRI SU ACCISA MOBILE

Di seguito il testo dell’interrogazione urgente degli on.li SQUERI, BARELLI, CORTELAZZO, D’ATTIS, MAZZETTI, POLIDORI, PORCHIETTO, SESSA e TORROMINO sull’attivazione del dispositivo normativo sull’accisa mobile.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro dell’economia e finanze

Al Ministro della transizione energetica

Al Ministro dello sviluppo economica

Per sapere – premesso che:

In queste ore, anche a fronte di un significativo rallentamento del petrolio, il prezzo della benzina e del gasolio ha superato i 2,3 euro. Il metano viene erogato anche a 5 euro. Il fatto che il prezzo del diesel, il cui processo di produzione è meno costoso, abbia superato quello della benzina è un segnale di ulteriore preoccupazione, in quanto la contrazione del mercato, unita alla scarsità del prodotto, ha provocato l’aumento dei prezzi di raffinazione;

ogni qual volta i prezzi dei carburanti salgono sensibilmente riesplode la polemica sulla pesante tassazione che grava su di essi, le accise e l’IVA. quando si parla di accise nell’ordinamento italiano, ci si riferisce a un insieme di tributi che colpiscono diversi tipi di consumi. Nel 2021 le accise relative ai carburanti hanno assicurato un gettito di oltre 15miliardi di euro. L’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel, e aggiungendoci l’Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) il carico sale al 55% circa.

Nell’Unione Europea solo l’Olanda e il Regno Unito hanno imposte indirette sui carburanti più alte dell’Italia e il nostro Paese è rispettivamente all’ottavo (per la benzina) e al settimo posto (per il diesel) nella classifica delle nazioni dove il pieno risulta più caro (dati EnjoyTravel.com del 2021);

le 19 accise sui carburanti esistenti si sono stratificate nel corso dei decenni sotto forma di sovraimposte per sopperire a talune emergenze (dalla guerra d’Etiopia ai terremoti). La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel;

l’aumento dei prezzi dei carburanti produce sistematicamente un aumento del gettito nominale dell’IVA, mentre le accise è applicata in misura fissa;

l’aumento dei prezzi ha già generato diversi fenomeni economico sociali: riduzione dei volumi di traffico fino al 40%, il fermo dei pescherecci italiani, l’annunciato sciopero dell’autotrasporto;

con la legge finanziaria per il 2008, a fronte di analoga situazione fu emanata una disposizione, tuttora vigente (articolo 1 commi 290-294), che consentiva ridurre le accise a fronte delle maggiori entrate IVA derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio, se questo avesse superato un determinato valore di riferimento. Dalle valutazioni disponibili, utilizzando tale meccanismo è ipotizzabile una riduzione delle accise di 20 centesimi per litro;

diversi Paesi europei hanno già provveduto a tagliare le accise, senza incorrere nei problemi relativi alle imposte armonizzate;

per sapere

se non ritengano opportuno applicare il meccanismo di riduzione delle accise previsto dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244, art. 1, commi 290-294, emanando con urgenza il decreto ivi previsto, che non comporta riduzioni di gettito per la finanza pubblica.